“Cantami o Diva del Pelìde Achille….”
L’ideale dell’eroe ha trovato da sempre rappresentazione in ogni forma espressiva, dal teatro alla musica fino alla letteratura ed in tempi più moderni, nel cinema e nel fumetto.L’eroe è depositario di speranze e rappresentativo di ideali archetipici. Il coraggio, la destrezza,la forza, trovano in esso forma fisica. Come pure certe solide astrazioni,si pensi alla libertà, l’avventura, la lealtà,il sacrificio e lo sfidare gli eventi.L’eroe nasce e trova funzione di se’, nella sfida. Sfida all’ignoto. Sfida all’ avversario. Nell’osare trova la sua definizione, che poi, nella narrazione, diviene e si consegna al mito. Dunque l’eroe è mito. Ogni società ha espresso i suoi modelli e elevato i migliori a campioni. Tanto più è canalizzatore di sogni e suggestioni, tanto più è rappresentato. L’eroe classico, che sfida gli dei, è recuperato nei moderni culti massmediali, attraverso il medium è giunto fino a questi giorni, e andrà oltre, perchè in esso si sublima il bisogno di protezione. Intorno ad esso una cultura si riconosce. Grazie ad esso, l’uomo si eleva a superamento dell’ostacolo. La cultura più popolare del secolo, attingendo dall’ideale greco-romano, ha rielaborato a propria immagine e secondo i propri codici etici ed esigenze, l’idea di eroe, fino a renderlo “super”. Quella stessa cultura che solo pochi anni prima aveva negato l’essenza dell’eroe che si batte a cavallo, con archi e frecce, contro un avversario di gran lunga più numeroso e meglio armato. Seppure meno nobile. Ciò riflettono le opere di Mauro Molle e Daniele Contavalli. Il primo, inquadra con pura energia visiva, le moderne icone dell’immaginario supereroistico. Figlie di un’epica artificiosa e compensatrice di vuoti che molto hanno a che fare con l’esistenzialismo, divengono moderni miti portatori d’ideali. Molle, sovraccaricandone le caratteristiche ne coglie l’essenza. Ne deforma ed insieme ne coglie il particolare fino all’essenza, come fossero sotto una lente. Contavalli sposta il punto d’osservazione sulla libera fierezza. Contaminazione di stile: pittorico, grafico, fotografico per raccontare il senso della vita, che trova esaltazione nello spirito libero. Anche quando non v’è via di scampo. Opere che urlano con fierezza, come gli indiani d’America che rappresentano. La plasticità di Mauro Bellucci corre veloce come un lancio lungo o un affondo di fioretto verso l’obiettivo. La vittoria. Solitari eppure catalizzatori di sguardi e di attese e di promesse, i suoi atleti, schermidori e giocatori di football americano, inseguono, oscuri e celati in volto, il loro destino. Celati, come sono pure gli astronauti, monocromatici silenti pionieri, romantici, quanto utopici, che sempre Contavalli immortala nella loro immota assenza di stabilità. Celati, come i supereroi, nei loro costumi sgargianti. Celati, come i pellerossa americani, coi loro volti smili a maschere pittate. L’identità nell’iconica e immaginifica suggestione dei tre artisti, è celata, perchè è quella pubblica che emerge nella dimensione dell’eroe….